L’odore del gelato

Non hai piu’ un posto dove andare, che sia casa. Hai una casa dove sei, le tue ossa. Lo vedi dove sei?
Lo senti il profumo del gelato? Bene, e’ il gelato che hai, il gelato che ti puoi permettere.
“Ma il gelato non ha odore.”

Parlo al telefono con mia madre. “Come va il tuo nuovo lavoro?”
Per ora bene. Ho molto da fare, nel senso che non stacco gli occhi dal terminale tutto il giorno. Ma non e’ che
stia producendo chissa’ cosa, sto semplicemente imparando le cose necessarie per poter lavorare”.
“Beh, dev’essere stato un bel cambiamento da non fare nulla tutto il giorno, a lavorare a pieno ritmo”.
“In verita’ e’ strano, nel senso che gia’ adesso stanno parlando di smettere di sviluppare il loro prodotto principale, e di fare qualcos’altro. Un po’ sono deluso,
nel senso che se lo avessi saputo, forse non avrei accettato. Comunque ormai non c’e’ piu’ molto da fare.”
“Gia’, ora non c’e’ molto da fare. Quando torna Laila, non dirle di queste cose, cerca di essere contento.”
Ecco, questo mi irrita. Balbetto un po’. “Beh, non e’ che….. fondamentalmente non e’ che debba mostrare di essere contento, ma in fondo non e’ che sia neppure tanto insoddisfatto, insomma, pero’ questa e’ la realta’.” La sto mettendo in difficolta’. “Si, io non e’ che ti voglia giudicare o che, se non ti senti d’accordo con me.”
Mia madre. Una delle persone con cui parlo e sento il contatto con la sua coscienza. Quante persone sono cosi’ per me?
“Ieri abbiamo incontrato il Mazzolesi. Pensa, lui aveva una moglie che amava moltissimo, ti ricordi?”
“Beh, lei e’ morta, e dopo la sua morte lui e’ rientrato in contatto con una sua vecchia fiamma dei tempi del liceo. E si sono innamorati pazzamente e pensa un po’, si sono pure sposati. Una bella cosa. Sono stati insieme tipo, cinque o sei anni. Poi pero’ anche lei e’ morta. Ieri ci siamo incontrati a Milano e io ero con la mia amica Bixi, e ci siamo presi un caffe’. Al momento di andare a casa, lui ci ha chiesto come andavamo a casa. Quando gli abbiamo detto che avremmo usato i mezzi pubblici, lui ha detto “No no ma vi accompagno io”. E cosi’ abbiamo chiaccherato e ci ha accompagnato a casa.”
“Pensa, poi oggi mi ha mandato un messaggio, ringraziandoci perche’ era stato cosi’ bene. Mi ha fatto tanta pena. Mi ha fatto tanta pena, perche’ proprio e’ una persona sola. Pensa cos’e’ la solitudine….a 70 anni. Lui ha una figlia stronza che proprio non gliene frega niente di lui, specie da quando si e’ risposato…”
E ci penso, ci penso si. Io ho passato gia’ tanti anni da solo, e non ho 70 anni.

E se tornassi a casa, come ho fatto poche settimane fa. Settembre e’ un mese particolare, con il sole piu’ basso che in piena estate. La luce e’ vivida e bianca, e illumina tutte le cose cosi’ di sbieco, cosi’ che rilettono. Ed e’ una sensazione di nostalgia quella che ti prende, anche se e’ ancora caldo. Nostalgia dell’estate appena finita.
Che cosa e’ successo mentre sono stato via? Un sacco di cose, un sacco di persone sono sparite. Alcuni sono pure morti.
Era settembre un anno fa che stavo sulle montagne in Andalusia. A 1000 metri, sopra a Grazalema. Io e Leila eravamo innamorati. Mi sveglio nella mia tenda, esco per andare in bagno. E poi accendo il cellulare, e mentre lo faccio penso “Perche’ lo fai, non c’e’ nulla di buono che puo’ venire dal cellulare, te ne pentirai”.
Messaggio Facebook. “Ciao, purtroppo ieri Fulmine ci ha lasciato, ha finito di soffrire”. Il mio migliore amico e’ morto.
E Nicola. Nicola pure e’ morto e sulla quella spiaggia e’ cambiato tutto. Nicola rappresentava quel posto. E non solo per me. Quelli che sono rimasti hanno fatto una famiglia. Hanno dei figli. E vivono una vita completamente diversa da quello che mi ricordo. E chi non ha avuto figli, come me se n’e’ andato. Questa spiaggia e’ lo stesso posto, ma io sono da un’altra parte, e qui e’ cambiato tutto. Non solo e’ cambiato tutto, ma quello che mi ricordo, quelle persone, non torneranno mai piu’. Quelle cose, non succederanno mai piu’. Questa non e’ piu’ casa, e quello che e’ peggio, e’ che peggiorera’.
Non e’ nemmeno casa dove mi trovo adesso. Sono mesi che penso che questa relazione non potra’ finire bene, e ora ho questo lavoro che non promette nulla di buono.
Eppure, se mi guardo intorno, sento l’odore del gelato. La casa sono le mie ossa. E faro’ del mio meglio. Lo scorso weekend ho detto piu’ o meno le stesse cose del mio viaggio in Italia. Parlavo con un ragazzo serbo che e’ stato qui tanti anni, e’ arrivato ai tempoi della guerra. Mi sembrava capisse esattamente di costa stessi parlando. Poi pero’ mi ha detto che questa cosa che la casa sono le tue ossa l’aveva gia’ sentita, ed e’ una cosa che si dice tra gangsters. A me l’detta un mio amico che e’ un mago. E a lui l’aveva detto una vecchia hippie.

“Sarai contento che domani torna Leila”. Ci penso e non ne sono sicuro. Vorrei dire che sarei contento se Leila fosse contenta. Ma non riesco a dirlo.
“Ma vi siete tenuti in contatto in questi giorni?”
Fondamentalmente in maniera telegrafica perche’ Leila e’ taccagna e ha paura di spendere quando mi manda i messaggi dall’estero.
La mia amica Hellen dice che secondo lei Leila sta pensando a qualcosa. “Noi donne siamo cosi’, quando qualcosa ci rode ci pensiamo molto, e quindi siamo strane”.
“Puo’ essere qualunque cosa, io lei non la conosco per nulla. Potrebbe pure darsi che lei pensi a sposarsi, oppure a fare dei figli, per quello che ne so. Ma sta di sicuro pensando a qualcosa”. “Sposarci non credo, e mi dice che le manco, Potrebbe essere che pensa a dei figli. Quello si. Solo che io sono scettico, nel senso che se non e’ felice adesso, dopo che siamo andati a vivere insieme, dopo che abbiamo comprato una barca insieme. Sara’ felice con dei figli?”
“E’ che noi donne non abbiamo tanto tempo, per noi e’ una preoccupazione”. “Capisco, ma anche per me e’ una preoccupazione, nel senso che non avro’ sempre le stesse energie, e poi, non voglio essere infelice… Non vorrei che per lei fosse cosi’, un risultato da portare a casa. Come la casa, come la barca. E poi, come queste cose non l’hanno resa felice, quando avremo i figli non avra’ piu’ bisogno di me. Cosi’ mi lasciera’ da solo, e si terra’ i figli”. “Ma noi donne non pensiamo cosi’, e’ per quello che ti dico che dovremmo berci una birra, cosi’ ti spiego bene come pensano le donne”.

E se ci penso, questo errore l’ho gia’ fatto.
Se lei vuole fare dei figli con me, e’ perche’ vuole stare con me.
Ma allora perche’ non e’ felice? Se fosse felice, forse sarei felice anche io. Un sacco di gelato.
Fatti vedere contento domani.

Leila torna a casa domani. E lunedi’ sono di nuovo al lavoro. E sento l’odore del gelato.
Ma il gelato non ha odore. Eppure c’e’ gente che pensa di sentire l’odore del gelato. E forse lo sente pure.

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